Progetti educativi

Titolo

Progetto educativo 20/21: ELOGIO ALLA PICCOLEZZA, CRESCERE IN NATURA

"Attendere è l'infinito del verbo amare" T. Bello

Viviamo in un tempo sospeso, di attesa. L'attesa ci sembra un tempo inutile.
Eppure il tempo gioca un ruolo fondamentale: non si può imporre nè forzare con la volontà lo sbocciare di un fiore e i bambini, così come la natura, hanno bisogno di tempo per crescere.
Ma lo sbocciare sbocciare del proprio "io"non può che prodursi che all'interno di un "noi".
Per questo la scuola è chiamata a costruire oasi di fraternità, a diventare un luogo privilegiato per costruire una coscienza di umanità.
Attendere deriva da ad-tendere significa dunqua camminare verso una meta, un progetto orientato all'orizzonte di un progetto di bene per il futuro, per ognuno e per tutti.
Quest'anno lo faremo ancora con più tenacia attraverso l'aiuto della Natura, grande maestra che nella piccolezza del seme sa vedere la potenzialità del frutto.
"DIo ci dice che c'è un mistero di grandezza contenuto in piccoli semi. Ci chiede di custodire la piccolezza come una cosa preziosa"
 

Progetto di religione:TUTTO È CAREZZA DI DIO

Tutto l’universo è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio.

«Percepire ogni creatura che canta l’inno della sua esistenza è vivere con gioia nell’amore di Dio e nella speranza». Questa contemplazione del creato ci permette di scoprire attraverso ogni cosa qualche insegnamento che Dio ci vuole comunicare e l’essere umano impara a riconoscere sé stesso in relazione alle altre creature.

Crescere in natura per la nostra scuola significa allora partecipare alla bellezza del creato sapendo riconoscere nei momenti quotidiani l’azione di Dio nella nostra vita. Questo filo conduttore ci guiderà nei momenti forti dell’anno in particolare nel periodo che precede il Natale e quello che prepara la Pasqua.

Possiamo avere cura del creato con piccole azioni quotidiane. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente: tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano.

progetto educativo 2018/19: CERCATORI DI BELLEZZA

 

La bellezza è una voce che si ascolta con l’orecchio del cuore; sono occhi interiori che possono dischiuderci capolavori nascosti nell’umiltà delle cose; è il respiro cosmico che pervade tutta la creazione e la ammanta di bellezza.

Ma immersi come siamo in una logica di violenza/egoismo facciamo fatica a discernere il linguaggio di bellezza della creazione, avremmo bisogno di saper vedere le cose “in grande”, capacità questa propria dello sguardo di Dio che scruta il cuore e il profondo di ogni essere: quanta bellezza e ricchezza di senso scopriremmo allora anche nelle creature più semplici e mute!

Il mondo fragile interpella la nostra intelligenza e ce ne è affidata la cura: che significa proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare, in reciproca responsabilità fra uomo e natura. Del resto l’uomo impara a riconoscere se stesso in relazione alle altre creature.

Con apertura allo stupore e alla meraviglia, secondo il linguaggio della fraternità e della bellezza (non con i soliti atteggiamenti da dominatori, consumatori, sfruttatori).

Seguendo questi pensieri ci accorgiamo che l’arte è creatività, è partecipare del Dio creatore, è fare più grande il mondo; ogni forma autentica di arte è una via di accesso alla realtà più profonda dell’uomo e del mondo; ogni vera intuizione artistica si sforza di interpretare il mistero della realtà.

La bellezza stessa è perciò espressione visibile del bene. Siamo chiamati a condurre una specie di guerra al brutto/insensibilità: questo è un compito etico, politico, civile, in quanto il brutto è oggettivazione di un animo avido e meschino! E per far emergere il bello è necessario lo stupore, consapevoli che è bello vivere e amare.

Coltivare il senso estetico riguarda il sentire, riguarda ciò che si riferisce alla sfera del sensibile e il cui contrario è anestetico cioè insensibile.

L’arte coinvolge tutti i sensi, rafforza le competenze cognitive socio-emozionali, multisensoriali, favorisce l’interazione fra mondo esterno, espressione di sé e comunicazione.

Dal punto di vista cognitivo le arti insegnano ai bambini: che i problemi possono avere più di una soluzione e le domande più di una risposta; a elaborare una prospettiva multipla nell’osservare e interpretare la realtà in un processo di scoperta del “come “ e “perché”; a pensare con e attraverso i materiali.

Arte e creatività agevolando i bambini nella capacità di risolvere problemi in modo diverso, innovativo e cooperativo contribuiscono a plasmare un mondo migliore.

Questa speranza, questa consapevolezza, questa arte di vivere vogliamo trasmettere ai nostri bambini cercando di costruire nella normalità della quotidianità una qualità profonda della convivenza, perché il cammino di umanizzazione non venga meno.

Come sempre ogni sezione adatterà alla età dei propri bambini questi contenuti concentrandosi su alcuni aspetti.

progetto educativo 2017/18: DITE AMICI ED ENTRATE

"L'educazione alla convivenza implica la capacità di relazionarsi agli altri, ma perché questo sia possibile è necessario che la scuola sia un luogo, non un " non luogo", dove si è di passaggio, ci si sente omologati e spersonalizzati, ci si sente più numero che persona! I luoghi invece li sentiamo nostri e ci danno indentità"

Lo spazio della scuola (della sezione, dei luoghi comuni, del giardino..) come luogo da custodire, abitare, rendere colorato, da parte di noi tutti bambini, insegnanti, genitori, protagonisti  impegnati come artigiani della pace.

Siamo consapevoli che nell’attuale realtà assistiamo, giorno dopo giorno, ad un imbarbarimento dei costumi, dei discorsi, dei pensieri e delle azioni, la scuola può diventare uno spazio, un contesto in cui si può crescere in umanità, un luogo in cui offrire ai bambini e alle bambine la possibilità di scoprire le potenzialità del proprio corpo, offrire la possibilità di  far “lavorare” la fantasia, offrire momenti preziosi in cui fare esperienza del piacere di stare con altri bambini.

La scuola può essere lo spazio in cui impariamo la responsabilità di custodire i nostri amici (percepiti non come un nemico, una minaccia, ma come risorsa); luogo in cui abitare con creatività e fantasia, dove scoprire che anche i momenti di fatica, di scontro e conflitto, possono essere superati e fanno parte del cammino; luogo in cui è possibile godere della bellezza della relazione: sentendosi un po’ come a casa, sicuri e vicini come in un nido, un po’ più consapevoli di sé e pronti ad esplorare nuovi spazi, rassicurati da esperienze di collaborazione, capaci di traghettare verso nuove mete perché sostenuti dall’amicizia

progetto a/s 2016/17 L'ASCOLTO SI IMPARA

"L'ascolto è il luogo privilegiato dell'incontro"

Crediamo che la scuola è luogo in cui la persona è accolta e riconosciuta in quanto tale e incoraggiata, sostenuta, nel suo cammino di crescita. E’ luogo dove trova posto la premura per l’altro, l’aver cura del bene dell’altro, del bene comune, in un cammino di crescita che ci coinvolge tutti, piccoli e adulti.
Allora la scuola è luogo dove si impara ad ascoltare!
Si impara a cogliere la differenza non come minaccia ma come risorsa, come invito alla comunicazione da cui possono nascere domande nuove, si possono scoprire nuovi vuoti da riempire, nuovi spazi di collegamento, connessioni, che ci spingono a trovare risposte non pre-costituite, a costruire nuovi incontri
(la comunicazione è data dal fatto che ciascuno è diverso dall’altro!)
Si impara ad avere il coraggio di dialogare, cioè di uscire da se stessi, dallo stretto orizzonte dei propri interessi per aprirsi ad un vero e sincero confronto. Il dialogo poi favorisce l’intesa, l ‘armonia, la concordia e la pace.
Si impara e si trasmette la passione per l’incontro e la conoscenza dell’altro, il valore dello sforzo comune per rifiutare muri e costruire ponti anche grazie all’uso di parole e gesti gentili! Così la scuola diventa luogo che ci consente di contrastare l’individualismo anti-solidale che sembra trionfare ovunque! Infatti “esserci” gli uni per gli altri significa ascoltare, significa rispondere!
Ma l’ascolto richiede silenzio, attenzione, un atteggiamento di ricerca, la capacità di accorgerci del mondo che ci circonda; il silenzio è essenziale per mettere ordine in noi stessi, conoscerci un po’ meglio e in profondità; un po’ di silenzio e lentezza aiutano a ritrovare unità, a dare un nome ai sentimenti che proviamo a esercitare la memoria. Il silenzio è il tempo delle radici, della profondità, nel silenzio impariamo a parlare, perché le parole siano fonte di comunione e di pace.
“L’altro,  accolto come ospite interiore fa emergere l’interiorità che è in noi”.

 

progetto a/s 2015/16 RELAZIONI INTORNO AL CIBO

“Il cibo è libertà, il cibo è cura, il cibo è condivisione, il cibo è cultura “ (Petrini-Bianchi)

 

Il cibo è fattore chiave della cultura e della socialità, modi di condivisione e ospitalità sono elementi costitutivi del gesto alimentare.

L’atto del nutrirsi porta con sé una straordinaria complessità di valori simbolici. Mangiare è un gesto individuale ma è tipico della sola società umana compierlo insieme ad altri, attivando forme conviviali che lo arricchiscono di implicazioni sociali e relazionali.

Il cibo come relazione: sedersi a tavola insieme, consumare cibo insieme, è un modo di rappresentare la comunità, i valori che essa esprime, le relazioni che si costituiscono al suo interno. Anche negli aspetti conflittuali: la vita non è solo accordo e solidarietà ma spesso anche tensione e conflitto. Tutto ciò si esprime a tavola in modo particolarmente immediato ed efficace, data la centralità che il cibo occupa nell’esperienza quotidiana: essenziale  per vivere, il cibo incarna e riassume i valori centrali dell’esistenza. Condividere il cibo (o non condividerlo affatto) è il primo modo per mostrare la relazione che abbiamo col mondo e con gli altri.

Il cibo è “benzina” ma è anche relazione. E’ stare a tavola insieme.

Dimensione relazionale è anche quella col territorio, col paesaggio, col lavoro.

Un rapporto positivo col cibo (che vuol dire conoscenza, reciprocità, attenzione) implica convivialità con i compagni di tavola e anche col prodotto, con i luoghi di cui esso è espressione, con la cucina che lo ha trasformato in cibo.

“ Il degrado del mondo in cui viviamo, in tutti i suoi aspetti, è conseguenza del credere che la libertà umana non ha limiti e della logica di “vedere solo noi stessi”. Dobbiamo essere capaci di passare dal consumo al sacrificio, dall’avidità alla generosità, dallo spreco alla capacità di condividere, da ciò che voglio a ciò di cui ha bisogno il mondo di Dio. Il mondo non è solo un problema da risolvere ma è un mistero gaudioso da contemplare e custodire… contro una cultura dello scarto, impegnandoci a promuovere un nuovo stile di vita che tuteli la “casa comune”, consapevoli che siamo una sola famiglia umana, siamo chiamati a far si che il pianeta risponda al progetto di Dio di pace, bellezza, pienezza. Manca la coscienza di un’origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti. Questa consapevolezza di base permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita.” (Papa Francesco)

Questo anno scolastico vogliamo accogliere l’invito del Papa a riflettere sulla “casa comune” e sul nostro stile di vita, con particolare riferimento alle relazioni intorno al cibo.

Ogni sezione indagherà, con “mezzi” diversi e appropriati alle età dei bambini, il rapporto col cibo come possibilità di sviluppare una nuova capacità di uscire da se stessi verso l’altro, di superare l’individualismo, di creare nuove abitudini più consapevoli e in grado di prendersi cura degli altri e dell’ambiente in cui viviamo, per crescere nella solidarietà, nella responsabilità, per incoraggiare la cultura della cura basata sulla compassione,  per cambiare dal di dentro, per coltivare solide virtù (la capacità di godere con poco, di saper riconoscere il mondo come dono con gratitudine e consapevoli che non siamo separati dalle altre creature, perché il mondo è una trama di relazioni).

progetto a/s 2014/15 MENTE, CUORE, MANI

“La scuola è un contesto dove non si è soli, ed è sempre uno sguardo che ti aiuta a crescere, dato che si cresce solo dentro la relazione. La scuola è apertura alla realtà nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà e capirla, perché a scuola si impara ad imparare. E’ luogo di incontro (e tutti siamo in cammino) e di certo non è un parcheggio! La scuola ci educa al vero, al bene, al bello, dimensioni che si intrecciano e che non possono fare a meno l’una dell’altra, non sono mai separate. Missione della scuola è sviluppare il senso del bene, del vero, del bello e questo avviene attraverso un cammino ricco; perché lo sviluppo è frutto di diversi elementi che agiscono a stimolano l’intelligenza, la coscienza, l’affettività, il corpo...Insieme tutti questi elementi ci fanno crescere e ci aiutano ad amare la vita anche in mezzo ai problemi. La vera educazione ci fa amare la vita, ci apre alla pienezza della vita. E’ importante che la scuola sia una strada che faccia crescere le tre lingue che una persona matura deve sapere parlare: la lingua della mante,  del cuore, delle mani, la tre lingue armoniose insieme”.